Mi ritrovo a scrivere questo post con una punta di polemica dopo che sabato ci era venuta un’incontenibile voglia di ramen, piatto diffusissimo in Giappone, a mio avviso molto più del famosissimo sushi, che a Roma, ahimè non fa quasi nessuno. E mi sono ritrovata a pensare a quante volte le nostre esperienze a casa ci diano delle percezioni errate su un paese.
Il ramen è la mia droga: un brodo di maiale con tante fettine di carne e una montagna di spaghetti, che ognuno personalizza secondo la tradizione o gli ingredienti della propria regione. Cipollina fresca, funghetti, uovo, alga… almeno questo è il ramen dei miei sogni, quello mangiato a New York e in Giappone.
I miei sogni si sono infranti a Roma.
Più volte navigando in rete o su facebook avevo visto che sia a Milano che a Firenze hanno aperto i primi ristorantini di ramen. Purtroppo a Roma siamo ancora parecchio indietro, vi dico solo che abbiamo iniziato una dura ed estenuante ricerca in rete quando ad un certo punto ricordo di aver letto tempo fa qualcosa riguardo “ramen a Roma” sul Gambero Rosso.
Le 3 parole magiche, troviamo chi lo fa, recensioni su Tripadvisor molto buone e andiamo.
Ragazzi, io sono convinta che se le persone credono che il Giappone sia carissimo e che per permettersi un viaggio in questo meraviglioso paese bisogna accendere un mutuo in banca, la colpa sia tutta dei ristoratori italiani. Per un po’ di brodo e spaghettini con UNA sola fettina di carne di animale non ben identificato (per me era pollo, per Salvatore maiale) di taglio bruttissimo, mezzo ovetto, l’ombra di una cipollina e un po’ di mais ci hanno spillato 13 euro a ciotola, e non era neanche abbondante.
Sono consapevole che siamo in Italia, che non può essere come quello giapponese, che la ricetta è contaminata e bla bla bla, quello che non giustifico è il prezzo. Ho mangiato il ramen anche a Lione, c’era un po’ troppo sesamo e poca ciccia ma per 8 euro mi accontento, ci può stare.
Abbiamo preso anche dei gyoza, al “modico” prezzo di 1 euro l’uno. Non ci voglio ripensare mi vien da piangere! A onor di cronaca devo anche dire che questi erano veramente favolosi!
13 euro per un po’ di brodo è un furto. 13 euro per mangiare in bugigattolo che non rilascia scontrino perché associazione culturale è esagerato. Soprattutto perché il maiale e il pollo non sono carni costosissime.Non ci sono scuse.
Tutto questo mi ha fatto rimpiangere il cibo giapponese in Giapponese ed il loro prezzi, per nulla cari!
Il Giappone una volta sistemato il volo ed il Japan Rail Pass, che con il cambio attuale lievita ulteriormente di prezzo, non è assolutamente un paese caro.
Ecco qui i luoghi comuni che abbiamo sfatato durante il nostro viaggio in Giappone.
E’ un paese caro.
In Giappone se non si dispongono di ingenti somme economiche per poter dormire ogni notte in un ryokan tradizionale e per gustare tutte le sere la cucina kaiseki o il manzo di Kobe, il viaggiatore squattrinato può trovare una serie di soluzioni adeguate alle proprie tasche.
In un viaggio, a mio avviso, ci sono quattro voci dalle quali non si può scappare: il volo, i mezzi di trasporto, l’hotel e il cibo. Dormire e mangiare in Giappone non è affatto costoso!
L’alternativa più economica ai ryokan o al classico hotel sono i business hotel. Le camere sono essenziali e claustrofobiche ma pulitissime, con frigorifero e TV, tutto sommato confortevoli. Inoltre mettono una lavasciuga a disposizione degli ospiti, a fronte di qualche yen in poco tempo avrete il vostro bucato pulito e profumato.
Mangiare poi non costa molto, ci sono tantissime possibilità di scelta ed anche nel posto a prima vista più modesto abbiamo mangiato bene, siamo stati serviti e riveriti e ci hanno sempre accolti con gentilezza e premura. Abbiamo spesso mangiato tanto e bene con l’equivalente di 10-12 euro in due.
I Giapponesi mangiano solo sushi
In attesa di un post tutto dedicato al cibo, vi dico solo che pensavo che i locali di sushi fossero molto, ma molto più diffusi! Io non mangio pesce, figuriamoci crudo su bocconcini di riso e prima di partire pensavo veramente di dover fare la fame. In realtà la cucina giapponese è alquanto varia e molto gustosa e qui mi aggancio al prossimo punto.
In Giappone si mangia male
Falso!!!
Ho adorato il ramen al quale abbiamo entrambi sviluppato una dipendenza che ci causa spesso serie crisi d’astinenza, più volte mi sono chiesta “Perchè, perchè una cosa così buona da noi non è arrivata? Perchè ha sfondato la moda di sushi e sashimi e non il ramen?” . Per non parlare poi delle okonomiyaki, delle polpettone del localino del vecchietto sotto l’hotel, del tonkatsu in tutte le versioni, dei loro gyoza e dello shabu shabu! In realtà sono grandi fan delle zuppette ma di quella di miso a base di pesce non sono riuscita a soffrirne nemmeno l’odore.
L’inglese è diffuso in Giappone
Mai convinzione fu più errata. Anche nel caso in cui trovaste qualcuno che lo parla avrà una pronuncia talmente astrusa che non capirete nulla. Scena epica del poliziotto che ci spiega una strada nel suo fantainglese ed io che rischio di morire soffocata per non ridergli in faccia per quanto era buffo! Però sono gentilissimi e superattrezzatisissimi. Le indicazioni sono sempre in doppia lingua e fuori dai ristoranti c’è la copia in cera di ogni singolo piatto.
Inoltre nella mia esperienza molti di loro, soprattutto i più anziani, fanno già molta fatica a leggere il romanji, i caratteri occidentali.
Tokyo è il caos in terra e spostarsi è molto complicato
Che Tokyo sia una città grande e caotica non ci piove ma tutto questo caos non si avverte, per lo meno non come siamo abituati noi a percepire la folla. Spesso me ne esco con frasi tipo “Ho faticato di meno ad attraversare all’incrocio di Shibuya che al semaforo pedonale qui a Roma”. Spostarsi poi è più difficile a dirsi che a farsi, si impara subito. L’unico momento in cui abbiamo veramente sclerato è stato all’arrivo dall’aeroporto, non capivamo come accedere alla metro, ora lo so , basta far vedere il biglietto del treno al simpatico omino vicino i tornelli!
Il Giappone è un paese cosmopolita
Non so perché molte persone hanno l’idea del Giappone come via vai di popoli e culture e che ci siano molti stranieri che si sono costruiti una nuova vita proprio in Giappone. Non è così. Forse è il paese più chiuso e nazionalista in cui sia stata. Tokyo è enorme e ci sono milioni di persone ma pochissimi stranieri. Ogni anno questo paese attira migliaia di viaggiatori ma non si può definire cosmopolita. Neanche la stessa Tokyo a mio avviso lo è. Personalmente, da turista, non ho percepito immigrazione o expat che scelgono il Giappone come terra di nuove opportunità.
Ci sono i giapponesi…ed il resto del mondo!
Ma in fondo è bello così, i giapponesi e le e loro infinite stranezze ci piacciono proprio per questo.
Sono unici!
PS: Non dirò il nome del locale dove abbiamo mangiato, ma ci sono sufficienti indizi per risalirvi. In fondo non abbiamo mangiato male, anzi, l’ho trovato solo eccessivamente caro.
Ciao, il locale di cui parli ho capito perfettamente qual è (e d’altronde, come dici bene, di locali che fanno ramen a Roma non se ne trovano molti), e ci sono stata con un’amica che è amica del proprietario, quindi sul discorso prezzi ne ero poco consapevole, sebbene 13 euro mi sembra oggettivamente abbastanza caro, anche se si tratta di un rincaro che non mi stupisce. Invece ti segnalo, se non lo sapevi già, che a breve aprirà un ramen bar in zona ostiense, mi sembra a inizio luglio, Ramen Akira. Li sto seguendo sui social e le foto promettono bene, spero vivamente che mantengano queste premesse, ti farò sapere.
Concordo con te sull’offerta piuttosto scarsina che troviamo a Roma, in cui i locali sono per lo più specializzati su sushi, sashimi e tempura (li adoro tutti e tre, ma la cucina giapponese è talmente variegata che è un vero peccato!), io ormai ho ovviato preparandomi alcuni piatti a casa, e sebbene non sia perfettamente uguali agli originali, almeno ci si avvicinano, e soprattutto sai cosa mangi! L’okonomiyaki è il mio grande amore, è una sofferenza non trovarla da nessuna parte qui 🙁
A presto!
Davvero? Oddio che bellissima notizia, non lo sapevo! Corro a seguirli anche io sui social! Non sai quanto questa notizia mi renda felice! Speriamo che i prezzi siano più umani perchè 13 euro è veramente tanto a mio avviso. La cucina giapponese è talmente variegata che pensare che sia confinata solo al sushi e sashimi è veramente riduttivo, io poi non riesco a mandarli giù, è più forte di me, invece andrei avanti solo con ramen e okonomiyaki! Avevo letto che al Pigneto c’è un locale che fa shabu shabu e yakiniku ma ancora devo provarlo! Ripeto oggi, con questa notizia mi hai reso la donna più felice del mondo! Grazie!!!
Ahhh, felice di averti reso felice!! 😀 😀
Sui prezzi non saprei proprio, spero anche io non sia troppo caro, vedremo presto suppongo!
Al pigneto c’è proprio un locale che si chiama yakiniku, non ci sono stata ma me ne hanno parlato bene (ma anche lì i prezzi non scherzano!). Lo shabu shabu lo facevano da Hamasei secoli or sono, spero lo facciano ancora. Mentre ho trovato il sukiyaki da Rokko, che è sul lungotevere di Ripetta. Ma che te lo dico a fare, i prezzi in questi locali sono tutti di fascia alta, la qualità è ottima ma te la fanno pagare.
A presto!! 🙂
Siiii! Una bellissima notizia e ho scoperto che fanno l’inaugurazione sabato!!! Ho visto i prezzi, ramen (tutti i tipi) 12 euro, modifiche 1 euro l’una. Che te lo dico a fare, se vogliamo mangiare il ramen l’unica soluzione è pagare un costo, secondo me, non molto giusto! 🙁 Purtroppo sempre per motivi di portafoglio nei ristoranti giapponesi storici di Roma non entro…ma prima o poi mi toglierò lo sfizio!!!
Ciao, purtroppo vivo sempre più nella convinzione che sei vuoi mangiare il vero cibo di un paese devi andare nel paese stesso. Prendiamo ad esempio il cinese, ti posso assicurare, visto che ci sono stata, che i cinesi in Italia non cucinano piatti cinesi ma qualcosa che si avvicina alla nostra cucina con ingredienti scadenti, oltretutto e lontani dalla loro tradizione. Basta pensare alla cucina italiana. Hai mai mangiato italiano in un altro continente? Se no, allora non te lo consiglio… Quindi per un vero piatto locale, bisogna viaggiare per gustarselo! Buona giornata
Già, è vero, sono d’accordo con te, però per togliersi uno sfizio una volta tanto ci sta provare una cucina diversa. Quello di cui sono rimasta veramente male non era il gusto, quello era buono, o che il cibo poteva essere italianizzato bensì il prezzo, non puoi spararmi un po’ di brodo a 13 euro, è fuori anche da qualsiasi standard di ristorante italiano medio di quartiere. Per i ristoranti italiani all’estero… mamma mia, solo il menù fa rabbrividire! 😉 Comunque hai detto bene, bisogna viaggiare per gustare la vera cucina!Ed io non vedo l’ora di ricominciare a farlo seriamente!!!
Noi invece siamo innamorati del sushi … E lo abbiamo mangiato solo in Italia quindi immagino quando andremo in Giappone quale dipendenza potremo sviluppare ! Nonostante, devo ammetterlo, non riesco a mangiarlo in maniera decente. Sbrodolo sempre tutta l’alga e con le bacchette sono negata di natura! Ahah
Il ramen invece forse proprio perché qui non è mai arrivato non abbiamo potuto provarlo, non sono una fan della carne a meno che non è super morbida quindi non so se potrebbe piacermi.. Quel che so è che i ristoranti italiani ci guadagnano sopra tantissimo!!! Il mercato ittico è molto diverso e meno sviluppato di quello giapponese , c’è da dirlo, ma sono esagerati!
Quanto vorrei andare in Giappone… Mi spiace solo che come sempre i costi per organizzare il viaggio sono proibitivi, poi una volta lì si vive bene con poco. Ma questo non elimina i problemi del volo, del visto ecc ecc!
Un bacione <3
Anche io sono impedita a mangiare con le bacchette! Il sushi purtroppo non sono riuscita neanche ad assaggiarlo, non mangio pesce a parte i bastoncini, tonno in scatola e al massimo l’orata al forno, ma se lo amate già da qui credo anche io che in Giappone svilupperete una vera e propria dipendenza! I ristoranti italiani sono veramente esagerati, non so se per un discorso di sprechi (della serie quello che non vendo va buttato) ma in linea di massima non hanno scuse! Il Giappone è caro nella fase organizzativa, il volo e il Japan Rail Pass o a limite pagare i mezzi di trasporto, per cibo e alloggio è fattibilissimo, il problema è che bisogna arrivarci! Purtroppo (per noi) ho visto che lo Yen ha un cambio peggiore rispetto a due/tre anni fa, quindi anche quello alla fine incide. Che tristezza!
BRAVA!!!! Confermo tutto quello che hai detto sulle convinzioni sbagliate che si hanno qua in Italia del Giappone. In realtà anche per il volo è facile trovare buone offerte, intorno a 400€, quindi abbastanza abbordabili.
Aggiungo poi che se si vuole provare l’esperienza delle stanze alla giapponese senza spendere quanto in un ryokan ci son anche molte minshuku (pensioncine con stanze giapponesi, ma meno lussuose dei ryokan) e che anche alcuni ostelli hanno la stanza doppia giapponese, a Tokyo ce ne son diversi nel quesrtiere di Asakusa.
E’ vero!!! Le avevo viste mentre cercavo di capire i costi del viaggio ma poi non le ho più trovate quando dovevo prenotare! In realtà non è per niente un paese costoso e non mangiano solo sushi, un viaggio in Giappone non è costosissimo, basta sapersi organizzare. Il cambio con lo Yen è peggiorato un po’ e questo sicuramente inciderà sui costi… io se potessi ripartirei anche adesso! Quanto mi manca!!!
Tutto verissimo! Credevo di spendere molto.. e invece ho trovato più conveniente trascorrere due settimane in Giappone che fare una vacanza in Europa! Quanto al cibo, adoravo il sushi che si trova in Italia prima di andare in Giappone. Dopo aver assaggiato il VERO sushi, non riesco più a mangiarlo in Italia..non si trova nulla di simile qui 🙁 Tra l’altro a Tokyo con l’equivalente di 30 euro ci si sfama, mentre in Europa il sushi è una cosa per ricchi.
Per quanto riguarda l’inglese, stentavo a credere che davvero non lo parlassero. Soprattutto a Kyoto la lingua è un ostacolo. Devo dire, però, che la disponibilità dei giapponesi non mi ha mai fatto trovare in difficoltà. Che grande paese e che popolo! <3
E’ vero, anche noi credevamo di spendere molto, soprattutto per mangiare ed invece ci siamo dovuti ricredere! L’Europa è cara, se penso a quanto spenderò in Irlanda questa estate mi sento male! Io credevo anche di morire di fame e di dover vivere di dorayaki…ed invece mi sono abbuffata di cose buonissime di cui ignoravo l’esistenza! I giapponesi poi sono organizzatissimi, anche se non parlano inglese non abbiamo mai avuto grosse difficoltà, pensa che avevo comprato un frasario, ma alla fine non l’ho mai usato! Spesa inutile!
Io nei casi più estremi ho usato google translate 😀 Anche io vado in Irlanda questa estate! Vado a spendere uguale, tra noleggio auto, ostelli, volo ecc..da non credere!
Dai! Che bello!!! Calcola che di base (volo-auto-bed and breakfast) la spesa è già più alta! Voglio piangere!!! E non oso pensare per mangiare e le altre spese! Quest’anno i conti a fine viaggio è meglio che non li faccio! 😉 Anche noi avevamo riposto tanta fiducia in google translate ma sia il tablet che lo smartphone portati appositamente per la scheda dati ci hanno abbandonato! Ma siamo sopravvissuti!
Sono l’unica a cui non piace il giapponese? Non odiatemi vi prego
A dirla tutta non ho un bel rapporto con il pesce crudo quindi il sushi è già fuori discussione, e poi i miei brevi incontri con il cibo giapponese sono sempre avvenuti negli Stati Uniti… Mi sa proprio che dovrei andare in Giappone!
Silvia tranquilla, anche io non ho un buon rapporto con il ristorante giapponese in Italia, primo per i prezzi, secondo perchè non mangio il sushi, terzo perchè moltissimi sono in realtà gestiti da cinesi e vista la delicatezza della materia prima in questione, non mi fiderei! Come te non ho un bel rapporto con il pesce crudo (ma anche con quello cotto) e prima di partire pensavo che avrei fatto la fame, ed invece alla fine mi sono anche ingrassata! Scherzi del destino!
Bel post! Pensandoci non ho mai mangiato il ramen a Roma, in Italis solo una volta ma ero a Milano e comunque non era niente di eccezionale. Vorrei davvero visitare il Giappone prima o poi, il fatto che la vita laggiù non sia cara non fa che spingermi a farci un pensierino. È un Paese troppo particolare. Ma mi stai dicendo che i ryokan costano un botto? Non mi sono mai informata ancora T^T
Ciao Anna, sì la vita in Giappone non costa molto, io pensavo di spendere molto di più una volta in loco. Purtroppo per noi ho visto che lo yen ha riacquistato punti sull’euro ed il cambio è diventato leggermente più sfavorevole. I veri ryokan costano davvero molto, di solito hanno l’onsen privato e compresa nel prezzo colazione e cena ma ci sono diversi posti dove puoi comunque dormire sul tatami con il futon a prezzo molto più accessibile, insomma c’è una certa possibilità di scelta!
Quanto mi piacerebbe assaggaire cibo giapponese “original”.
Ogni volta che in un cartone giapponese vedo con quanta delizia mangiano il ramen, ho un mancamento tanto che me lo fanno desiderare 😉
Dalle nostre parti i ristoranti giappo sono tutti in mano a cinesini dalle dubbie capacità culinarie.
Se tu hai dubitato se il cibo nella ciotola fosse maiale o pollo…io ho dubitato fra gatto o carne umana. Ecco perchè non frequento quasi mai ristoranti etnici nostrani.
Quanti preconcetti che ci facciamo, vero? Il tuo post è stato utile a sfatarli!
Un grande saluto Vale!
Ps: ehm…parlo il fantanglese anche io! 😀
Ciao Daniela, il cibo giapponese “original” oltre a essere veramente buono è anche dannatamente “cheap” (non tutto ovviamente)! Da noi c’è veramente troppo rincaro e non riesco a capire se è per un discorso di costi di gestione, tasse, o semplicemente ci provano. Ti confesso che il tuo stesso dubbio ce l’ho ogni qual volta vado a mangiare al cinese; la “garanzia”, se così si può chiamare, o una sorta di fiducia, mi viene data dal fatto che il tizio del ristorante cinese dove vado sempre ha lavorato tanti anni in rai…come dire…fa curriculum!!! 😉 . Nel caso del ramen di cui parlo nel post ho dubitato fra pollo e maiale perchè il tizio che cucina in realtà è italiano e la moglie giapponese, fatto sta che era un taglio veramente troppo osceno! Anche a Roma tantissimi ristoranti giapponesi sono in mano ai cinesi, e con tutto il bene…non mi ispirano minimamente!
Noi con il nostro fantainglese maccheronico ci capiremmo comunque… l’inglese parlato male da un giapponese è qualcosa di veramente incomprensibile!!!
Aspetto il post sui pastizz!!!
Il Giappone è il mio sogno, purtroppo non sono ancora riuscita ad andarci…ma dopo aver letto il tuo articolo, sono molto tentata di cominciare ad organizzare subito…per i voli in effetti controllando di tanto in tanto si trovano anche delle buone offerte, la mia perplessità era un po’ sull’aver sentito che è caro come spese extra volo+hotel… però come dici tu…questione di prospettive…e di viaggiatori! Ti sono molto grata. Cris
Ciao Cris, il Giappone è meno caro di quello che si possa immaginare, basta adattarsi un pochino. Le voci extra che pesano a mio avviso sono i trasporti (treni o Japan rail pass e bus/metro, la qualità del servizio si fa, giustamente, pagare) e gli ingressi nei templi, non perchè sia caro il singolo ingresso ma perchè sono 500-600 yen per entrare più altrettanti se vuoi farti scrivere dal monaco una preghiera su un apposito taccuino, alla fine…è una bella spesuccia! Spero che riuscirai ad organizzarti presto!
Valentina… mi hai fatto venire voglia di ramen alle 9:30 di mattina 🙁
Andrò a provarlo a Milano (anche se so che non sarà mai come in Giappone!).. nel frattempo mi scasso di sushi come se non ci fosse un domani 🙂
Non vedo l’ora di andare in Giappone!!!!!!
Fai bene!!!Io purtroppo il sushi non riesco neanche a metterlo in bocca 🙁 Da quando l’ho assaggiato a New York mangerei solo ramen, anche con 40 gradi all’ombra! Prima o poi proverò il primo vero ristorante di ramen che ha aperto la settimana scorsa a Roma, speriamo bene! Nel frattempo mi consolo sperando di poter tornare in Giappone prima o poi!!!
Il fatto che la maggior parte delle persone pensino che si mangia male è collegato al fatto che vedendo piatti che per noi sono strani a prescindere devono essere anche cattivi. Devo dire la verità: i nomi così complicati però spaventano! ahahah 🙂
Ciao Elisa, ma noooo dai con i nomi complicati ci si fa amicizia! Però hai ragione tante volte l’estetica del cibo gioca brutti scherzi!