A Marsiglia ci si arriva un po’ per caso, i voli sono quasi sempre a buon prezzo, è vicinissima all’Italia ed è una delle porte di accesso alla bellissima Provenza. Diciamolo, se non fosse per questo motivo non ci sarei mai passata, per lo meno non adesso. Ed invece per quanto possa essere contraddittoria, sporca, puzzolente mi ha conquistato: ha il fascino ruvido e sincero dello spirito libero. Nel corso degli anni è stata punto di arrivo di tanti immigrati, è un pezzo di Francia diverso, poco francese oserei dire, in cui ci si arriva per caso e si torna a casa con la voglia di tornare.
Le mie impressioni di Marsiglia.
Benvenuti nella città meno francese di Francia, con i ragazzini che sfrecciano in tre sul motorino sul marciapiede, con le macchine che fanno inversione ad U e passano con il rosso, con i pedoni che si tuffano in mezzo la strada senza guardare.
A Marsiglia il rosso al semaforo è un consiglio (cit. Salvatore).
Tutto sotto controllo, mi sento a casa, soprattutto dopo una settimana tra i paesini un po’ snob del cuore della Provenza.
Se ripenso ai giorni trascorsi a Marsiglia è ancora questa la prima immagine che prende forma nei ricordi.
E’ una città tosta, tosta come solo le città di mare sanno essere, cruda, sporca e puzzolente ma anche calda, viva, multietnica, mediterranea, accogliente a modo suo.
Il primo impatto è strano… è come trovare tutti i clichè di Napoli… in Francia, strappa un sorriso e mette alla prova, con la voglia di non volersi fermare all’apparenza. Si arriva a Marsiglia con i sensi in allerta, pare che sia la città più violenta d’Europa.
Pare.
E’ una che se ne frega.
Le brutture ed i difetti se ne stanno in bellavista, i muri sono sciatti e maltenuti, le persiane scrostate e consumate dal sole e dalla salsedine, anche in pieno centro, anche lungo gli stabili signorili della Canabière, il lungo viale commerciale che parte dal Vieux Port.
Siamo in Francia, ma di francese c’è solo l’edilizia che nasconde un cuore pulsante, ruvido e chiassoso.
A Marsiglia fai due passi ed incontri tutto il mondo (cit. Salvatore).
Sono tante e diverse le persone che incrociano il mio cammino, tante le sfumature della pelle, tanti i francesi che non hanno facce francesi. I loro lineamenti sono duri, segnati dal sole e dal mare, da una vita forse dedita a traffici non proprio leciti, perché a tirare a campare si impara presto, in ogni parte del mondo.
Marocchini, algerini, turchi, tante donne con il velo ed altre dalla pelle scurissima con treccine colorate, tanti neri, caraibici e cubani.
Il Quartiere dei Creativi è un buon punto di partenza per questo giro del mondo concentrato in pochi metri, si sviluppa sopra la fermata di Notre Dame Du Mont tra le strade che costeggiano Cours Julienne, qui non ci sono insegne e vetrine, ci sono muri colorati, scritte e disegni, molti sono veri e propri capolavori.
In 500 metri poi sono concentrati tutti i ristoranti del mondo, resterei una settimana in questa città solo per entrare ogni sera in uno diverso. E quando dico tutti intendo veramente tutti. Creolo, ucraino, greco, pakistano, indiano, libanese, giapponese, cinese, etiope, senegalese, messicano, brasiliano, cubano e tanti altri tutti concentrati in tre strade. Colori, odori di brace e churrasco, profumo di spezie che invade l’aria.
In questo posto creativo e colorato, ed anche abbastanza sfascione devo dire, Marsiglia mi ha quasi commosso.
Ho visto bambini di tutti i colori giocare insieme nel grande parco centrale. Felici, sorridenti, sporchi di terra e sabbia e senza pregiudizi. Chissà se davvero crescere in un posto così rende migliori, se aiuta davvero a essere aperti verso il prossimo, verso l’altro, sono domande che mi faccio spesso ultimamente vista anche certa aria che tira da noi, e che non mi piace per niente.
Da Notre Dame du Mont si arriva a Belsunce, il quartiere magrebino passando attraverso il quartiere afro. Dai barbieri specializzati in capelli crespi alle macellerie halal nel giro di 300 metri ed una lieve sensazione di disagio che ti fa compagnia, sembra di esser finiti in un universo parallelo.
Ho mangiato un kebab buonissimo e finalmente ho assaggiato cous cous e tajine di pollo in un ristorantino marocchino sorseggiando tè alla menta e sfondandomi di quella patisserie orientale che mi mancava tanto. Allontanandosi dal Vieux Port e dai ristoranti turistici con menù a partire da, riserva belle sorprese.
‘Sta città ti risveglia l’olfatto, odora di mondo.
Nel bene e nel male.
Le savonneries emanano profumo di pulito tipico del sapone prodotto in zona, è impossibile tentare di resistere, bisogna entrare, prendere in mano ed odorare quei panetti colorati. Fai due passi e la brezza che si alza dal mare porta tra le strade odori salmastri, sentori di sale e salsedine, puzza di pesce e di fogna. Le strade non perdonano, sono sporche, trasandate e appiccicose, ci si chiede, e si controlla, in continuazione se si abbia pestato qualcosa.
Marsiglia è invasa ogni santo giorno da turisti mordi e fuggi che scendono dalle navi da crociera, li riconosci da lontano tra tutta quell’umanità così trasandata. Fanno un giro sul trenino turistico in quel cuore caldo, provenzale (poco però) ed un po’ vintage (molto) de Le Panier o verso la Cattedrale di Notre Dame de La Garde, che dall’alto domina e controlla tutta la città.
Per visitare la città però non servono trenini, servono buone gambe e tanto fiato, va conquistata passo dopo passo.
Per capire e godervela invece lasciate i pregiudizi a casa ed azzerate le aspettative. Io non so se l’ho capita davvero, so solo che l’ho sentita vera, non ha bisogno di imbellettamenti.
E’ una che se ne frega appunto. E’ così, prendere o lasciare.
Posso solo consigliare, se vi trovate a passare da quelle parti, per caso o per scelta, di andarci con la testa vuota, camminate senza sosta, scopritela a piedi, osservate ed assorbite.
E’ un pezzo di Francia diverso, ruvido, colorato e chiassoso.
Vi conquisterà.
A noi Marsiglia non è piaciuta molto, forse le abbiamo dedicato troppo poco tempo, giusto una giornata prima di spostarci con la macchina verso la meta dove avremmo soggiornato.
L’unica cosa che ci è piaciuta è stata la visita a Notre Dame de la Garde, per la vista e per l’aria che si respirava da lì.
Davvero bello questo articolo! 🙂
Ciao ragazzi, vi capisco, all’inizio è un po’ uno shock, soprattutto se si arriva dai paesini un pò snob e perfettini della Provenza, non so ma credo sia dovuto ad una percezione di scarsa sicurezza. A me è piaciuta molto la sua aria multietnica, un mosaico di facce, colori, lingue, cucine, odori… non è “bella” nel senso stretto del termine ma ha carattere, e questo per me la rende irresistibile. E poi da lì partono un sacco di escursioni stupende, insomma io una chance gliela darei e poi… la vista da Notre Dame de La Garde è davvero super!
Ciao Valentina, io sono stata a Marsiglia giusto il 10 Novembre di quest’anno, e in questa occasione ero proprio una di quelle turiste che facevano parte dello sciame di tante persone che scendono da una delle grandi navi che attraccano al grande porto di Marsiglia e che si possono fermare giusto quelle 4/5 ore per avere solo un primo impatto della città. Solo per uscire dal porto e arrivare al Palais Longchamp ci abbiamo messo quasi un ora, il traffico a Marsiglia è impressionante!!! Proprio per questo condivido il tuo suggerimento di armarsi di buoni piedi e tanto fiato e perdersi in questa città dai mille volti. Io sono stata a pranzare da Toinou (lo consiglio a chi ama Les Fruits de Mer e un servizio molto semplice) ma con il tuo racconto mi hai fatto venir voglia di tornare e trovare uno di questi ristoranti etnici di cui parli… hai qualche nome da consigliarmi?
Grazie in anticipo
CC
Ciao Carole,
purtroppo sono tornata a casa anche io con il rimpianto (per motivi di tempo) di non aver potuto mangiare in nessuno di quei ristorantini, ma ti assicuro che prima o poi un altro giro a Marsiglia ci scappa e saprò dove andare per cena, di sicuro in quella zona l’offerta non manca! Se dovessi tornare ti consiglio un ristorantino marocchino che si chiama Le Palmier, si trova in Rue Vacon, la parallela de La Canabiere, non molto distante dal Vieux Port. Lo abbiamo scoperto per caso la prima mattina perchè sembrava una pasticceria, siamo ripassati in serata ed era strapieno di gente, così l’ultimo giorno ci siamo recati a pranzo. E’ buono, economico ed i piatti sono abbondanti. Se ti piace, per un pasto veloce ci sono i ristoranti di kebab su Cours Belsunce, proprio dietro La Galleria La Fayette, il menù è ampio, non fanno solo kebab ma anche insalate, bulgur, polpette e carne alla brace. Che languorino!