Itinerario tra Kadikoy, Kuzgunkuc e Uskudar
Durante il mio viaggio a Istanbul ho scelto come tappa base Kadikoy, vivace quartiere nella parte asiatica della città a due passi sia dalla stazione dei bus che dal molo dei traghetti. Dopo tanto cercare ho trovato un’offerta vantaggiosa al Hush Hostel Lounge, le camere sembravano carine e confortevoli, la colazione era inclusa e eravamo proprio nel quartiere “gemello” di Beyoglu ma al di là del Bosforo. Insomma gli ingredienti per un soggiorno perfetto c’erano tutti.
Alloggiare a Kadikoy si è rivelata una scelta vincente per tanti motivi:
- rispetto alla parte europea i prezzi sono notevolmente più convenienti, non oso pensare adesso che la lira turca si è ulteriormente svalutata;
- il quartiere è giovane e vivace, sì qui la birra scorre a fiumi;
- uno dei migliori ristoranti della città si trova proprio qui, avete mai sentito parlare di Ciya Sofrasi?;
- la traversata di 15 minuti per Eminonu è pura poesia, volete mettere svegliarsi in Asia e dopo 15 minuti di traghetto arrivare in Europa? E poi fare il viaggio inverso al tramonto? Non c’è storia.
La parte asiatica della città spesso non viene per niente presa in considerazione ma secondo me ha molto da offrire, così abbiamo deciso di dedicarle un’intera giornata partecipando ad un tour con i ragazzi di Scoprire Istanbul.
Kuzguncuk: da sobborgo di pescatori a quartiere bohemienne
Il giro è partito da Kuzguncuk, un vecchio sobborgo di pescatori che affaccia direttamente sul Bosforo oramai entrato a far parte della municipalità di Istanbul. E’ l’unico quartiere in cui le case ottomane sono state completamente ristrutturate e sono perfettamente conservate. Il quartiere, a differenza di molti altri in città, è stato salvato dal degrado negli anni ‘80 grazie a Perihan Abla, che non è un abile politico come inizialmente ho pensato, ma il protagonista dell’omonima fiction, talmente popolare che a Kuzguncuck gli hanno addirittura intestato una via. Come se da noi Salvo Montalbano salvasse dal degrado il paese di Vigata, qualora questo esistesse realmente.
Oggi nel quartiere si respira un’atmosfera bohemiennè, è la zona dei giovani intellettuali, dei blogger e dei designer più in vista di tutta Istanbul. Tra le sue stradine acciottolate, tra case dai colori sgargianti si respira un’aria tranquilla e rilassata. Siamo entrati in una piccola chiesa greco-ortodossa con all’interno una fonte di acqua sacra, una ayazma. Ci sono ayazma con il potere di curare i malati, superare un colloquio di lavoro, donare fecondità, passare un esame all’università, vincere al superenalotto… ehm no, purtroppo in questo non possono aiutare! E’ stato bello scoprire che questa credenza popolare accomuna tutti, cristiani e musulmani, della serie che il potere dell’acqua santa sia patrimonio dell’umanità!
Uskudar: uno dei quartieri più tradizionalisti di Istanbul
Uskudar è uno dei quartieri più conservatori di tutta Istanbul dove la maggior parte delle donne hanno il capo coperto da foulard colorati se non addirittura completamente ricoperte dal velo integrale.
Dopo esserci stata per ben due volte posso affermare che è un vero peccato non dedicarle un pomeriggio. Costeggiando il lungomare si può arrivare fino a Salacack dove su un isolotto sorge la Torre di Leandro, il simbolo di Istanbul, si può aspettare il tramonto guardando il profilo della città, sorseggiando un cay sui gradoni. La Torre fu inizialmente costruita dai persiani per controllare i traffici sul Bosforo ed è stata poi convertita in fortezza sotto l’imperatore bizantino Alessio I e poi usata per lo più come faro. Oggi al suo interno c’è un ristorante. Alla Torre di Leandro è legata una leggenda, tant’è che è conosciuta anche come “La Torre della fanciulla”. Si narra che tanto tempo fa un re fece costruire la torre su un isolotto staccato dal mare per preservare la sua unica figlia da un infausto destino. Un oracolo predisse alla principessa che sarebbe morta all’età di 18 anni morsa da un serpente. Il re fece costruire la torre in cui relegò la figlia, il giorno del suo diciottesimo compleanno le regalò un cesto di frutta esotica, ma tra i frutti c’ era nascosto un serpente che morse la principessa e morì tra le braccia del padre disperato.
Tornando verso il molo dei traghetti si può fare una visita alla moschea di ŞemşiPaşa, la più piccola moschea di tutta Istanbul costruita dal genio di Mimar Sinar, e dirigersi poi verso quella di Mihrimah, la moschea del buio (o della Luna), che insieme a quella in cima al sesto colle sul lato europeo è diventata la mia moschea preferita. Una visita alla moschea di Uskudar è fondamentale per capire l’omonima moschea a Edirnekapi. L’una si capisce in funzione dell’altra.
Uscendo dall’ingresso posteriore si può poi proseguire il giro tra le stradine del mercato di Uskudar, gustarsi un cay o un caffè in uno dei tanti locali lì intorno.
Si può concludere il pomeriggio prendendo un dolmus per Kadikoy o il bus 12 e scendere al capolinea, e fare un giro tra le vivaci stradine del quartiere. Per tornare a Taksim ci sono i dolmus proprio davanti la stazione dei bus o il traghetto per Eminonu se non è troppo tardi.
Kadikoy: quartiere giovane e vivace
Per Kadikoy ho un debole, è un posto dove mi sono sentita subito a casa, cosa che non mi succede spesso; sarà per la sua aria “easy”, i musicisti di strada, i localini in cui fermarsi, la fitta presenza di pasticcerie, ristoranti e lokante, i cafè, insomma tutto a Kadikoy mi è sembrato perfetto.
E’ anche il posto perfetto per fare qualche acquisto locale, c’è un mercato dove si può comprare di tutto: spezie, thè, frutta secca, lokum e dolciumi a prezzi onesti, senza rincari per turisti. Ho comprato 200 gr di jasmine tea, i boccioli per intenderci a 10L circa, tra Sulthanamet ed i due Bazar più famosi ho visto prezzi addirittura decuplicati, si avete letto bene, aumentati di 10 volte! Uno zero di troppo fa la differenza! Il martedì, se negli anni le cose non sono cambiate, viene allestito un mercato settimanale molto più grande e che, molto a malincuore, non ho potuto visitare.
Durante la vostra permanenza ad Istanbul date una possibilità alla parte asiatica, fatevi accompagnare e scoprite una parte di città molto meno turistica, michiatevi alla gente del posto, girovagate nei mercati e perdetevi nelle sue storie, ha molto da offrire.
Andateci!
Sto leggendo diversi articoli sulla capitale turca, il tuo è sicuramente tra i migliori, però una domanda sorge: perché non pubblichi più come prima? SCRIVIIIIIII! Ciao!
Ciao! Mi fa davvero piacere che apprezzi il mio blog ed in particolar modo gli articoli su Istanbul, città che adoro e penso si capisca dai post! Purtroppo negli ultimi tempi mi risulta davvero difficile ritagliare del tempo per curare il blog come vorrei e scrivere post decenti! Ma tornerò!!! 🙂
Valentina, tutto ciò che scrivi su Istanbul mi affascina perciò continua con i tuoi racconti e non lasciarmi a digiuno grazie