Prima volta a Stoccolma, prima volta a Nord, prima volta dopo tanto tempo in viaggio con un’amica. Cosa ne è uscito fuori? Un viaggio diverso, un paese bellissimo e tanta voglia di tornare.
Perché un viaggio a metà?
Perché un viaggio a Nord non è un semplice viaggio.
E’ un arrivederci alla prossima stagione, quando le giornate si fanno più corte, c’è poca luce, le temperature scendono vertiginosamente sotto lo zero, c’è tanta neve e le finestre delle case illuminano il paesaggio di toni caldi ed accoglienti.
E’ un appuntamento che si prende in attesa della prossima estate quando le giornate sembrano non finire mai, i cieli sono tersi ed azzurrissimi e di notte il buio non cala.
Un viaggio a Nord non è un semplice viaggio, è un viaggio che vale doppio, è un puzzle che va completato. Il Nord manda a casa con la sensazione di aver lasciato qualcosa a metà, che il nostro soggiorno, le nostre esperienze siano incomplete.
Eccola qui la mia Stoccolma, una città che dà un benvenuto profumato di spezie, caldo ed avvolgente.
Una città vitale, multisfaccettata ed estremamente fotogenica. 14 isole e 57 ponti. Numero di scorci mozzafiato…molti di più.
L’ho trovata bellissima.
Lenta, elegante e signorile.
Verde e dinamica.
Vintage ed artistoide.
Modaiola e molto cool.
Frizzante e vitale, ma anche estremamente romantica e malinconica.
E’ una città che calza bene a diversi stati d’animo.
Ogni scusa è buona per infilarsi in un cafè e fare fika, che vuol dire far merenda giuro, con un dolcino profumato ed una bevanda calda. Fare fika crea dipendenza e si entra in un loop malefico in cui devi mangiare la kanerbullar migliore e scovare il posto in cui la fanno più grande. Ed alla fine dei conti è solo un’ottima scusa per ritrovarsi e raccontarsi aneddoti di vita che la frenesia della quotidianità negli ultimi tempi ci ha fatto un po’ trascurare.
Ogni scusa è buona anche per abbuffarsi in maniera indecente di tutti gli altri dolci ipercalorici, ciccioni e buonissimi, tanto fa freddo, anche se non è neanche metà settembre e ci sono ancora 15 gradi. Dettagli.
In una giornata piovosa si può tranquillamente decidere di trascorrere tutta la mattinata in metropolitana, alla ricerca della stazione più bella, scattare duecento miliardi di foto e farsi selfie assurde, bardate da testa a piedi con impermeabile e rain-coat di rinforzo. Davvero certe cose con il moroso non le fai!
La pioggia è un dettaglio, solo un piccolo contrattempo alla tabella di marcia. E se ancora non smette ci sono tantissimi musei pronti ad accoglierci, ecco non sarà quello più intellettuale, ma quello degli ABBA è davvero uno spasso. Non ridevo così da anni. Diciamolo, con Salvatore non sarei mai entrata, non avrei mai fatto i provini per diventare il quinto membro della band, non avrei ballato su un palco davanti a sconosciuti, non avrei inciso la mia personalissima versione di Mamma mia! stonata come una campana.
E’ perdersi nei vicoli di quel cuore caldo ed accogliente di Gamla Stan, nella vitale Sodermalm, nei negozi un po’ vintage ed un po’ chic di SoFo, è perdersi – letteralmente – perché di due non facevamo una che sapesse leggere una cartina! E chiacchierando ritrovarsi direttamente su un’altra isola e a quel punto prendersela con calma e passeggiare da una all’altra, vista dall’acqua la città è ancora più bella.
La mia Stoccolma mi ricorderà sempre un cielo diverso, perché il cielo a Nord è davvero diverso, di un azzurro intenso e luminoso ma più basso, lo “senti” sopra la testa, con tante nuvole a pecorella che sembrano talmente vicine da poterle toccare ed è estremamente variabile, soprattutto in questi primi giorni di settembre.
E’ una città che ti manda a casa con la sensazione di non averla scoperta del tutto, che c’è ancora un motivo per tornare, che c’è sempre un buon motivo per tornare, le 20 ore di luce in estate e le 5 in inverno, un altro pezzettino di arcipelago da scoprire, un pezzo di verde da vivere ed un pic nic da fare, un museo che si è lasciato in sospeso ed in cui la prossima volta una visita è già in programma.
La mia Stoccolma è stata un viaggio a metà, anche se mi è piaciuta tantissimo sento che il viaggio partendo per conto mio è stato in un certo senso ancora più incompleto, la mia Stoccolma è stata incompleta, l’ho lasciata a metà, è stata anche sotto questo punto di vista un viaggio a metà. E’ vero, è un po’ come la pubblicità dei fonzies.
E poi so quanto Salvatore tenga a salire in latitudine. E cosa si fa quando si lasciano le cose a metà? Si prepara la prossima partenza!
Questo Nord mi ha rapito, ho già ottimi spunti e validi motivi per tornare.
E non vedo l’ora.
Stoccolma è semplicemente incantevole..le cose che più mi hanno colpita sono il cielo, i coloi così puliti del cielo, e i bambini..i bambini che corrono liberi e vendono abbracci in una capitale ..??!! cosa mai vista prima!
Hai proprio ragione! I bambini sono stupendi…hanno genitori giovanissimi e troppo ganzi! Hanno colpito molto anche me! 🙂